Patente, i tre trucchi inutili per salvarla: perché non evitano la sospensione o il ritiro

Quando si commette una grave infrazione si può essere portati a credere che determinati escamotage siano sufficiente a salvare la patente. Non è così: ne ha parlato l’avvocato Giuseppe Di Palo.

La sospensione o il ritiro della patente di guida può essere una vera e propria batosta. Basti pensare, ad esempio, a chi è costretto ad utilizzare il proprio veicolo quotidianamente per recarsi sul posto di lavoro. Per evitarlo, dunque, di fronte ad una grave violazione appena compiuta qualcuno potrebbe essere tentato dal mettere in atto qualche escamotage per provare a salvare la patente.

Tra la sospensione e il ritiro ci sono differenze sostanziali. La prima è infatti una misura punitiva e viene inflitta per un determinato periodo di tempo che varia in base alla gravità dell’infrazione commessa. Il ritiro è invece la sottrazione temporanea della patente e generalmente necessita di una regolarizzazione della parte del titolare. Il ritiro, ad esempio, si può verificare in caso di guida con patente scaduta o non idonea al veicolo; la sospensione, invece, si verifica in caso di guida in stato di ebbrezza con tasso alcolemico superiore a una certa soglia, guida sotto l’effetto di stupefacenti, superamento dei limiti di velocità di oltre 40 km/h il limite di velocità previsto e non solo.

Patente, perché questi trucchi sono inutili (e comportano gravi conseguenze)

Patente, questi tre trucchi non ti salvano dal ritiro o dalla sospensione
Rifiutare il test, eluderlo e non solo: i trucchi che non salvano la patente. Fonte: YouTube

Dopo aver commesso una di queste gravi violazioni, dunque, la disperazione potrebbe portare il titolare della patente ad utilizzare determinati trucchi che, però, sono del tutto inutili. Questi trucchi sono stati elencati, in un video pubblicato di recente, dall’avvocato Giuseppe Di Palo. Il primo trucco del tutto inutile è quello di tracannare una bottiglia di alcol immediatamente prima dell’alcol test. Si tratta di un tentativo del tutto inutile. Per giurisprudenza ormai consolidata, ha spiegato l’avvocato, per accertare lo stato di ebbrezza non è necessario alcol test: sono sufficienti, infatti, gli accertamenti sintomatici. L’agente, dunque, potrebbe essersi già accorto di alcuni comportamenti tipici dello stato di ebbrezza (avere gli occhi lucidi, biascicare, etc.).

E non solo. Anche il rifiuto dell’alcol test, infatti, comporta determinate conseguenze. Si tratta di un reato a se stante con le sanzioni previste per chi è nella massima fascia di punibilità per la guida in stato di ebbrezza. Dunque, anche questo tentativo risulta del tutto inutile. Infine, il terzo trucco che non permette di “salvare” la patente è quello di accettare di sottoporsi all’alcol test, ma poi soffiare molto piano per non far risultare lo stato di ebbrezza. L’elusione viene punita esattamente come il rifiuto, dunque con il massimo della pena prevista.

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